AMA Servizi Funebri Comunali ricorda l’imprenditore Pietro Marzotto

Pietro Marzotto
L’imprenditore Pietro Marzotto è morto il 26 aprile scorso all’età di 80 anni. Era ricoverato da alcuni giorni all’ospedale di Portogruaro per complicazioni cardiache e polmonari.
Pietro Marzotto, ultimo di sette fratelli, figlio del conte Gaetano, ebbe il grande merito di guidare l’omonima azienda di famiglia portandola ad essere una multinazionale del settore tessile. Fu definito un imprenditore “calvinista” per l’etica che contraddistinse il suo impegno nell’impresa di famiglia. Veniva considerato un uomo duro, tutto d’un pezzo, ma leale; considerava il profitto come un mezzo per creare valore non solo per gli azionisti ma per tutti i dipendenti e per la comunità in cui l’impresa era inserita. Divenuto nel 1982 presidente del gruppo, Pietro Marzotto sviluppò in breve tempo l’export, diversificando l’attività, dalla lana al lino, acquisendo marchi famosi: la Bassetti, il Linificio e Canapificio Nazionale, la Lanerossi e la Guabello portando la sua azienda ad avere ben 11.000 dipendenti. Nel 1991 entrò anche nella confezione acquisendo la tedesca Hugo Boss. Il passo successivo per creare una “Grande Marzotto” avrebbe potuto essere la fusione nel 1997 con la Hdp di Maurizio Romiti, appena quotata in Borsa e nata dalla scissione delle attività industriali di Gemina. Il progetto non andò però in porto ma Pietro Marzotto non si perse d’animo acquisendo qualche anno dopo la Maison Valentino permettendo poi al Gruppo di quotare in Borsa nel 2005 la Valentino Fashion Group. Sono anni di contrasti però all’interno della larga famiglia Marzotto. Pietro, il cui nome fu scelto in onore del Maresciallo Badoglio suo padrino di battesimo, era convinto che solo affidando la guida dell’azienda ad un manager esterno si sarebbe potuto superare lo stallo determinato dal numero elevato di azionisti della ormai sconfinata famiglia Marzotto. La proposta di Pietro Marzotto di nominare Giuseppe Vita, già alla Hugo Boss, come presidente della società, trovò però molte resistenze che portarono alla sua uscita dall’azienda (dimettendosi dall’incarico di presidente esecutivo e cedendo le sue quote pur essendo l’azionista di maggioranza relativa). Successivamente Pietro Marzotto acquisì la Peck, storico marchio gastronomico milanese. Da ricordare il suo incarico come vicepresidente di Confindustria in diversi periodi.