Il giornalista Massimo Bordin è morto il 17 aprile scorso a causa di una malattia polmonare di cui soffriva da tempo. La storica voce di Radio Radicale avrebbe dovuto compiere 68 anni il prossimo 18 agosto. In effetti Massimo Bordin dedicò gran parte della sua vita professionale alla storica emittente fondata “tra la fine del 1975 e l’inizio del 1976 per iniziativa di un gruppo di militanti radicali in un appartamento di 60 m² situato in via di Villa Pamphili, nel quartiere Gianicolense di Roma” (cit. https://it.wikipedia.org/wiki/Radio_Radicale). Iniziò infatti a lavorarci nel 1979 e la guidò lui stesso per 19 anni fino al 2010, dimettendosi dal ruolo di direttore per divergenze sulla linea editoriale con Marco Pannella. Nonostante ciò continuò a dirigere la quotidiana rassegna stampa della mattina (Stampa e regime) fino allo scorso 1 aprile con la solita magistrale capacità critica nonostante le sue precarie condizioni di salute. Così come continuò le sue conversazioni domenicali con Marco Pannella (fino alla scomparsa del politico abruzzese) in cui affrontava una serie di argomenti che il leader radicale poi approfondiva con la sua proverbiale capacità dialettica e vis polemica.
Massimo Bordin da giovane era stato politicamente un convinto trotskista per poi diventare, come lui stesso si definì in un’intervista al Venerdì di Repubblica, un liberal-socialista. In questi ultimi mesi stava combattendo una battaglia per il futuro della “sua” Radio Radicale messo in pericolo dalla decisione del governo di non rinnovargli la convenzione per la trasmissione delle attività istituzionali, come confermato nei giorni scorsi dallo stesso sottosegretario all’Editoria Vito Crimi.
Oltre ad essere legato a Radio Radicale, Massimo Bordin curava una rubrica sul quotidiano Il Foglio intitolata Bordin line. Nel 2009 aveva vinto il Premiolino, il più antico premio giornalistico in Italia, per la sua grande capacità nel condurre la rassegna stampa quotidiana Stampa e regime.
Numerose e trasversali le manifestazioni di cordoglio arrivate dal mondo della politica. “Muore l’anima di Radio Radicale” ha dichiarato Francesco Giro di Forza Italia mentre il senatore PD Andrea Marcucci rassicura che “Continueremo la battaglia di Radio Radicale in sua memoria”.