David Zard, grande organizzatore di concerti e produttore discografico, è morto a 75 anni al Policlinico Gemelli dopo una lunga malattia. Ha avuto il grande merito di riportare ad esibirsi in Italia le grandi pop star internazionali dopo i difficili anni settanta.
David Zard nacque a Tripoli nel 1943, da genitori di religione ebraica, iniziando giovanissimo la sua attività di impresario musicale. In Libia infatti organizzava concerti per la comunità italiana fino a quando la situazione non precipitò a causa della guerra Arabo-Israeliana e le conseguenti persecuzioni contro i cittadini ebrei. In Italia David Zard proseguì la sua attività cercando di organizzare grandi eventi musicali come il Santa Monica Rock Festival del 1974 che avrebbe portato, se non fossero sopraggiunti problemi burocratici, artisti del calibro di Lou Reed e Rod Stewart. La manifestazione fu annullata, nonostante gli artisti fossero già sotto contratto, ma David Zard non si arrese portando l’anno successivo lo stesso Lou Reed in tour. Ma gli anni settanta furono un decennio di tensioni e rivendicazioni sociali, dove tutto era politica. Inclusi i concerti e la “pretesa” degli organizzatori di far pagare un biglietto per assistervi. Anche quel tour non fu risparmiato dalle contestazioni e dagli scontri con le forze dell’ordine con lo stesso Zard oggetto di un vero e proprio linciaggio mediatico in quanto “colpevole” di essere di religione ebraica e pertanto al servizio delle politiche israeliane. Dagli anni ottanta il clima politico per fortuna cominciò a cambiare e David Zard riuscì progressivamente a riportare in Italia grandi artisti internazionali: Madonna, Michael Jackson, i Genesis ed i Rolling Stones furono solo alcuni dei grandi nomi che grazie a lui tornarono ad esibirsi negli stadi.
David Zard fu anche un importante agente e produttore discografico. Con lui lavorarono Loredana Bertè e Gianna Nannini. Inoltre portò in Italia importanti opere come Notre-Dame de Paris (2002), messa in musica da Riccardo Cocciante, e Romeo e Giulietta – Ama e cambia il mondo (2013).