E’ stata diffusa qualche ora fa la notizia della morte di Massimo Rendina, l’ultimo partigiano d’Italia scomparso all’età di 95 anni. Massimo Rendina fu tra i protagonisti della Resistenza ma anche storico e giornalista, direttore del primo telegiornale Rai e vice-presidente dell’Anpi Nazionale, oltre che presidente onorario dell’Anpi di Roma.
Nato a Venezia il 4 gennaio 1920, Massimo Rendina ha fatto parte della 19esima brigata Giambone Garibaldi, come capo di Stato Maggiore, e poi nella 103esima brigata Nannetti della prima divisione Garibaldi, della quale fu prima comandante e poi capo di Stato Maggiore. Fu riconosciuto partigiano combattente a partire dal 1 novembre del ’43 alla fine della liberazione dell’Italia dal fascismo.
Massimo Rendina, inoltre, è stato docente di storia della comunicazione e membro del Comitato scientifico dell’Istituto Luigi Sturzo per le ricerche storiche sulla Resistenza. È stato, poi, l’ideatore della Casa della Memoria e nella Storia inaugurata a Roma dalla giunta Veltroni nel 2006 e fondatore dell’associazione di telespettatori cattolici Aiart.
Tanti i messaggi di cordoglio e le testimonianze di autorità cittadine e non, personaggi politici e autorità delle principali comunitaà presenti nella Capitale.
Ignazio Marino, sindaco di Roma, si è detto «profondamente commosso» per la sua scomparsa, definendolo «straordinario custode della memoria» ed ha ricordato che «per decenni ha portato avanti in maniera instancabile la testimonianza e il ricordo della resistenza partigiana con la sua attività all’interno dell’Anpi, con l’impegno professionale e con le lezioni nelle scuole». Anche Nicola Zingaretti ha voluto esprimere la sua commozione: «Ci lascia un uomo straordinario, simbolo della lotta per la libertà contro il nazifascismo e per la difesa dei valori di democrazia e di amore per la patria». Tristezza per la morte di Massimo Rendina è stata espressa anche dal presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Renzo Gattegna, per il quale «ha incarnato i più alti valori della democrazia italiana».