E’ venuto a mancare lo scorso 13 aprile Eduardo Galeano, noto scrittore e giornalista uruguaiano. Ricoverato da una settimana all’ospedale di Montevideo, è stato sconfitto da un tumore ai polmoni contro il quale combatteva ormai da diverso tempo. Aveva 74 anni.
Scrittore e giornalista di fama internazionale, la carriera di Eduardo Galeano iniziò a 14 anni, quando cominciò a lavorare per una testata giornalistica in veste di disegnatore satirico. A 20 anni, invece, era già uno degli scrittori di punta del “Marcha”, un settimanale per il quale scriveva di politica e cultura e del quale divenne presto caporedattore.
Nel corso della sua carriera, Galeano scrisse molti libri, tradotti in più di 20 lingue, tra cui nel 1971 il Best seller “Le vene aperte dell’America Latina”, un excursus sui mali delle americhe latine inflitte dai paesi più ricchi durante gli ultimi 500 anni, e il romanzo storico “Memoria del fuoco” pubblicato nel 1986. Il mix tra romanzo, saggistica e giornalismo è sempre risultato vincente nelle sue opere: era questo il taglio che ha reso Eduardo Galeano riconoscibile e famoso in tutto il mondo.
Attivo protettore dei diritti umani e della giustizia, nel 1999 gli è stato conferito il Premio per la libertà culturale della Fondazione Lannan, i cui premi devono “onorare sia stabiliti che scrittori emergenti, il cui lavoro è di qualità eccezionale”.
L’America Latina perde sicuramente una delle sue voci più brillanti, precise, politicamente schierate in difesa del suo popolo e della sua nazione, un uomo considerato tra i più importanti scrittori del Novecento. Non c’è modo migliore di ricordare Eduardo Galeano se non con un estratto tratto da uno dei suoo libri: “I giorni e i mesi sono viaggiatori dell’eternità. Così passano gli anni. Viaggiano ogni minuto dei loro giorni coloro che navigano nel mare o cavalcano la terra, finché non soccombono sotto il peso del tempo. Molti vecchi muoiono durante il viaggio. Solo io ho ceduto alla tentazione delle nuvole, le vagabonde del cielo.”
a 14 anni