È morto il boss Bernardo Provenzano

bernardo provenzanoÈ morto il boss Bernardo Provenzano. Dopo ben quarantatré anni di latitanza, dieci anni di carcere in regime 41 bis, una lunga malattia e il coma, Bernardo Provenzano, una persona che ha scritto alcune delle pagine più nere della recente storia italiana, è morto una ventina di giorni nell’ospedale di San Paolo di Milano.

Servizi Funebri Comunali, impresa funebre di Roma specializzata nell’organizzazione di cerimonie funebri nella Capitale, ricorda in poche righe Provenzano, nato nel 1933 a Corleone.

Sin da giovane Bernardo Provenzano si era legato a Cosa Nostra della quale, dal 1993, fu considerato il capo. Dopo oltre quarant’anni di latitanza, Provenzano fu finalmente catturato presso una masseria a Corleone: un vero e proprio bunker dal quale egli riusciva a tessere la tela della mafia senza mai uscire.

Su Bernardo Provenzano pendono tre ergastoli che valsero la reclusione nel carcere prima di Parma poi di Milano in regime 41 bis, cioè di carcere duro senza alcuna possibilità di comunicazione con la famiglia e con gli altri detenuti (misura cautelare per evitare la possibilità di scambio di informazioni). E il regime 41 bis non è stato revocato, nonostante le richieste dell’avvocato difensore, nemmeno con Provenzano in coma.

A tal proposito, il giudice di sorveglianza di Milano, aveva addotto questa motivazione appena due giorni prima della morte: “i trascorsi criminali e il valore simbolico del suo percorso criminale” lo espongono, “qualora non adeguatamente protetto nella persona” e “trovandosi in condizioni di assoluta debolezza fisica”, ad “eventuali rappresaglie connesse al suo percorso criminale, ai moltissimi omicidi volontari dei quali è stato riconosciuto colpevole, al sodalizio malavitoso” di cui è stato “capo fino al suo arresto”.

Il questore di Palermo Guido Longo ha inoltre vietato i funerali pubblici del boss senza commentarne la scomparsa con altre parole; ben più diretto, invece, il commento del sindaco di Corleone che ha definito la morte di Bernardo Provenzano come una liberazione da un cancro.